Annabelle 2: Creation (2017) di David F. Sandberg

Torna la bambola più spaventosa del momento e con essa assistiamo al quarto episodio della saga horror del decennio.

La Trama in breve

Il signor Mullins costruisce bambole artigianali per negozi di giocattoli. Vive con sua moglie e sua figlia Annabelle finché, un giorno, la bambina viene investita da un’auto. Passano 12 anni e i Mullins ospitano un gruppo di orfanelle, accompagnate da Suor Charlotte. Ma le morti in sospeso, si sa, non abbandonano mai il loro luogo natio e casa Mullins racchiude, adesso, i segreti di Annabelle, che solo le due orfane Janice e Linda potranno svelare, pagando un grande prezzo. La storia comincia proprio nella capanna dove Mullins costruisce le sue bambole (a giustificare il titolo “Creation”), e dove assistiamo alla nascita fisica del primo e unico esemplare di Annabelle.

Ad un anno del secondo, splendido, capitolo di The Conjuring, torna anche Annabelle e cambia ancora regista; lo svedese Sandberg che ha iniziato con un apprezzato horror Lights out e che quest’anno ha avuto un grande successo con Shazam!. Siamo negli anni Cinquanta nell’America rurale, scopriamo com’è nata questa bambola malefica, viatico per demoni vari, tra cui per la seconda volta, la suora malefica, che sarà al centro del secondo Spin-Of della saga.

Nella prima parte il regista ci mostra tutti gli strumenti, gli oggetti e i luoghi dove si svolgerà l’orrore: stanze chiuse, scale per disabili, luoghi bui e la bambola, Annabelle, chiusa in un armadio.

La storia costruisce bene i personaggi, ci fa entrare in empatia con le due amiche orfane e riesce a creare un’aria di mistero sui coniugi Mullins. Quando nella seconda parte iniziamo ad assistere all’incontro con il demone, la paura aumenta ed è sempre giostrata nel miglior modo possibile mentre il realismo scema; mi chiedo, ma è così importante il realismo in un horror su una bambola posseduta?

Gli eventi, gli agguati e i momenti horror si moltiplicano e sicuramente la trama perde un po’ di senso e di spessore; del resto tutta la serie è incentrata sull’intrattenimento e sulla forza delle immagini, a parte il brutto Annabelle, anche questo capitolo ha una fotografia e una regia dignitose, personalmente ritengo sia uno dei capitoli più paurosi della saga. È ovvia la distanza dalla grandezza, se vogliamo anche autoriale, dei due The Conjuring, che si ergono a film horror del decennio, nei due capitoli diretti da Wan c’è un’aurea diversa e molto è dovuto al carisma dei due protagonisti, che torneranno, oltre al cameo di Annabelle 3, nel 2020 nel terzo capitolo della saga principale.

Molti hanno criticato la seconda parte del film, dove si sfaldano e accatastano l’una sull’altra emozioni e momenti di paura, trovate di regia e tante urla. Questo secondo capitolo riesce ad essere un omaggio al cinema horror tutto, senza avere un preciso riferimento, ha momenti di grande paura e di grande forza, si pensi alla scena in cui la bambola è seduta a capotavola o alle apparizioni nella stanza della figlia dei Mullins. È innegabile la bravura del regista nel giostrare i momenti horror.

Il grande difetto del film, ed ecco che qui hanno ragioni critica e pubblico, è che non si stratta di un film in cui capiamo l’essenza della bambola, se non per scialbi flashback che non spiegano nulle e abbozzano solo l’inizio della malefica presenza della bambola. Il finale poi, che ci riconduce all’inizio del primo capitolo, è scontato e quasi inutile.

Anche con questo capitolo, la saga continua ad avere un grande successo, per impostazione e per l’universo che sta creando la paragonerei, ovviamente con le dovute differenze, all’universo Marvel; anche in The Conjuring i mondi e gli universi temporali si moltiplicano, difatti nel 2020 sarà prodotto il film su l’Uomo Storto che era presente, facendo anche molta paura, nel secondo capitolo di The Conjuring oltre al secondo capitolo di The Nun.

La saga sta sdoganando il cinema Horror anche per chi non lo segue, e questo è un suo assoluto pregio, ovviamente la speranza è che non perda le idee, la bellezza e la forza del primo capitolo.

In questo capitolo, con l’aiuto di una suggestiva colonna sonora, riesce ad essere mainstream e originale insieme e a spaventare senza ricorrere a momenti splatter. Insomma, un capitolo che vuole aprire e chiudere alcuni snodi della saga tutta e lo fa con alcune ottime trovate, un cast discreto, una buona regia, poche idee e confuse in fase di sceneggiatura, ma con una buona dose di spavento che in definitiva riesce a portare avanti la saga; a spingerci da una parte con curiosità verso il secondo spin-off, uscito nel 2018, dall’altra all’attesa, con grande trepidazione, del ritorno della favoloso coppia, per me emblema dell’Horror di questo periodo, che sono i coniugi Warren.

 

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