Free cinema

Giunti alle porte degli anni 60, un’intera generazione di cinefili e cineasti decide di scardinare la costruzione dell’opera filmica.

In Francia, in Russia, in Polonia, in Germania (qualche anno più tardi) e in Brasile, nascono nuove scuole di cinema e nuove visioni. Una spinta nuova porta il cinema verso il futuro.

Ma tutto o quasi ha inizio nel 1955 in Inghilterra, dove un gruppo di cineasti dà vita ad una nuova corrente che verrà definita “Free cinema”. I principali autori sono: Tony Richardson, Karl Reisz, Lindsay Anderson e Lorenza Mazzetti.

Il Free cinema non è esente da richiami ad altre scuole, come per esempio il Neorealismo. Questo gruppo di futuri influenti registi si pone l’obbiettivo di analizzare e mostrare la nuova Inghilterra, con tutte le sue discrepanze. Vengono mostrati i lavoratori con i loro problemi, vengono analizzate le istanze politiche del tempo e i cambiamenti sociali a cavallo del decennio 1955-1965, fino alla fine degli anni 60…

Da lì in poi cambia il mondo e cambierà anche il cinema e il “Free cinema” verrà relegato ai libri di storia.

Attraverso sei film, tenteremo di mostrare alcune peculiarità di questa corrente influente e necessaria, che ha lanciato anche una serie di importanti attori e che ci ha regalato gioielli o anzi Capolavori assoluti.

E allora non perdiamo tempo…

Buttiamoci nel cuore di quegli anni, tra la gente vera: giovani arrabbiati, operai turbolenti, ecc.

Ci aprirà la strada Arthur Seaton (Albert Finney) in “Sabato sera, domenica mattina”…

Di Matteo Bonanni