L’America vista dagli europei

Hollywood è il luogo del cinema, da quando questo esiste. I cineasti europei, ma non solo, hanno sempre riflettuto sull’America e sul cinema americano, molto spesso contaminandolo e facendolo grande.

In questo nostro terzo approfondimento, vogliamo parlare dell’America attraverso lo sguardo, principalmente, dei registi europei, seguendo due binari distinti: da una parte le produzioni europee che hanno parlato direttamente o indirettamente degli USA; dall’altra i registi europei che si sono imbarcati per una volta sola in una produzione americana con le conseguenti alterne vicende.

L’Europa, soprattutto ad inizio Novecento ha reso grande il cinema americano si pensi a: Fritz Lang, Billy Wilder, Fred Zinnemann, Charlie Chaplin, Ernest Lubitsch, Friederich Wilhelm Murnau ecc.

Questi sono alcuni dei grandi registi nati in Europa che, per vicissitudini varie, si sono trasferiti in America (nella maggioranza dei casi, perché ebrei). A noi però interessano dei film, relativamente più recenti, che siano stati in grado di parlare dell’America, in modo diverso; dei piccoli film, in confronto a quelli prodotti dagli autori citati, ma che ci offrono la possibilità di analizzare la visione europea dello Stato che più di tutti ha fondato, contaminato e fagocitato la visione occidentale.

In questo senso, sono tanti anche i registi italiani che hanno parlato dell’America: Ettore Scola, Mario Monicelli, Pietro Germi, Nanni Loy, Michelangelo Antonioni ecc. Fino ad arrivare ai giorni nostri con varie produzioni come quelle di Paolo Sorrentino e Paolo Virzì.

Se poi vogliamo isolare gli esponenti europei che più di tutti  hanno riflettuto sull’influenza americana nella vita europea del dopoguerra, dobbiamo andare in Germania, dove registi come Wim Wenders, Werner Herzog e Rainer Werner Fassbinder, hanno riflettuto sull’America, ma soprattutto sul cinema americano che così fortemente li ha influenzati.

Attraverso sei film, scandaglieremo i vari aspetti concettuali che legano il cinema europeo a quello americano, ma soprattutto mostreremo la visione (spesso miope e provinciale) dei registi europei e dell’Europa in generale verso una nazione così poco classificabile, eppure così netta in tutti i suoi risvolti sociali e politici.

Buona lettura!