The Nun- La vocazione del male (2018) di Corin Hardy

Quinto film della saga, secondo spin-off dopo i due capitoli dedicati ad Annabelle.

La trama in breve

A seguito di un misterioso suicidio di una suora, trovata impiccata fuori da un convento di clausura in Romania, il Vaticano manda un prete (Demiàn Bichir), una suora che deve ancora prendere i voti (Taissa Farmiga, sorella di Vera Farmiga, protagonista dei due The Conjuring) e il contadino che ha trovato il corpo (Jonas Bloquet) a indagare in quelle terre sinistre per scoprire il motivo di tale gesto estremo. Ciò che i tre scopriranno, sarà un convento consumato dal male, un demone che vorrebbe fuoriuscire da quelle mura e che le suore stanno tenendo intrappolato con la preghiera.

Il secondo spin-off della saga ci racconta le origini di questo demone, che compare nel primo e nel secondo capitolo di The Conjuring, un demone che ha una faccia che assomiglia incredibilmente a quella di Marilyn Manson truccato e che ispira un’indubbia forza malefica visiva e concettuale.

In questo capitolo, il primo in ordine temporale, siamo per la seconda volta in Europa questa volta in Romania, la terra di Dracula e quindi del personaggio Horror per eccellenza; il convento per altro è realmente esistito e ad esso sono legate varie leggende misteriose.

Uno scenario misterioso, la nebbia, gli spaventi, le apparizioni, le visioni, le voci, ancora una volta nella saga, soprattutto nei tre spin-off, si fa uso dei mezzi del genere, a volte in modo più che interessante, il gioco con il buio, le apparizioni del demone, sono sempre giostrate a meraviglia; certo non si cerchi una sceneggiatura, una trama o qualche nesso logico, i nessi li troverete solo nei rimandi che ci sono tra un film e l’altro, nella costruzione di questo bellissimo universo.

L’horror, la riflessione sulla società, le riflessioni dogmatiche, sono ancora una volta lasciate da parte; il film è anzi molto rispettoso verso chi crede e in questo capitolo, sempre di più, ripone nella forza della fede dei due protagonisti, la chiave di volta per configgere il male, il lato mistico e religioso è presente, anche se non viene granchè analizzato. Il convento stregato e il demone che diventa suora sono due tracce che da sole riescono ad intrigare, i rimandi poi a tanto cinema di genere non si contano, ma il film alla fine riesce ad interessare per il suo accumulare trovate su trovate, fino allo scontro finale.

Il trio centrale del film, che combatterà contro il demone, è di per sé ben costruito, o meglio sono tre personaggi che reggono dignitosamente lo schermo, anche se non c’è un’analisi delle personalità, come del resto è poco interessante e curato il racconto sulla nascita del demone.

Il lato produttivo del film e l’idea di cinema che vi è dietro è uno dei lati che fa sì che questa saga sia un successo unico anche se la critica si divide su di essa; personalmente ritengo che ci sia un abisso a separare qualitativamente i capitoli diretti da Wan rispetto ai successivi, ma l’idea di espandere la saga con altre storie, di portare il genere al più vasto pubblico possibile, di regalare dei film che mischiano l’avventura al Horror, che cercano spesso uno spavento ben fatto, e che in alcuni casi riflettono sulla condizione della donna, del resto sono sempre le donne protagoniste della saga, è un’idea affascinante.

Nonostante, o forse proprio grazie a, i miseri budget, questi b-movies ci regalano piccole perle visive, momenti giostrati benissimo, citazioni, salti sulla sedia ben fatti e ambientazioni sempre intriganti. Questo capitolo è finora quello che ha incassato di più, sicuramente uno dei meno brillanti perché non ha una sceneggiatura, però grazie ai tre convincenti protagonisti, ad una sensazione sinistra emanata dal convento e soprattutto all’innegabile forza di questo demone,il film riesce ad essere godibile, a patto che si lasci a casa la voglia di vedere un horror impegnato socialmente o concettualmente. Questi tre spin-off sono dei buoni film di intrattenimento che non cercano di sovvertire le regole del genere, ma seguendo alcuni esempi importanti portano demoni, fantasmi e donne combattive sullo schermo.

Insomma, un capitolo debole, non meno del primo Annabelle, ma che riserva alcune buone sorprese come i dialoghi tra il prete e la madre badessa, le apparizioni del demone e un paesaggio spettrale.

Il finale poi ci svela un collegamento inaspettato con un altro capitolo, è divertente quanto il fatto che la protagonista del film sia nella realtà la sorella di Vera Farmiga, eccezionale interprete di Loraine Warren, sorella che molto probabilmente sarà protagonista del secondo capitolo sul demone che assume le sembianze di una suora in produzione al momento.

 

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