GiroGirocorto, 16 dicembre 2022: cronaca familiare

 

Per parlare della prima serata della VIˆ edizione del film festival GiroGirocorto, iniziamo dalle parole pronunciate sul palco dell’INSTITUT FRANÇAIS CENTRE SAINT – LOUIS da Angelica Gallo, la regista del film La notte brucia.

Importante è stato per lei sottolineare e confermare la libertà del cinema indipendente, come del resto avevano fatto gli attori Enzo Saponara, Alberto Tordi, e Giovanni Izzo del film Camerieri. Decisiva risulta la sua testimonianza sull’ineluttabile immortalità del grande schermo, superiore ad ogni calamità, soprattutto per i film realizzati e “giusti” per una sala cinematografica. Ma la giovane regista aggiunge un concetto interessante. In fondo – conclude la sceneggiatrice di Cam girl – le storie girate e proiettate non si fermano ma, quasi magicamente, viaggiano attraverso la mente di chi fruisce di quello spettacolo, intrecciandosi con le storie personali e le vicende vissute, suggestionate da quella visione, in un continuum tra schermo e vita.

La figura del regista quindi parla di libertà a trecentosessanta gradi, non solo nel ristretto ambito produttivo, nel rapporto con gli attori ma anche nel momento della fruizione del film prodotto e distribuito in una sala. Una sorta di “padreterno liberale”. Una sorta di famiglia, ovvero etimologicamente di schiavi o servi, stavolta però volontari, tutti sotto lo stesso tetto del cinema. Una famiglia magari nuova, aggiunta a quella naturale che è spesso assente, distante o avversa. La famiglia anche formata assieme alla sua produttrice Guendalina Folador e al suo attore protagonista Eugenio Deidda.

Ecco dunque quali sono i motivi conduttori della serata inaugurale e del “film complessivo” (concediamoci la libertà di giocare) degli otto cortometraggi, selezionati prima e visti poi dai fortunati spettatori di GiroGirocorto, in questa serata romana di dicembre.

La ragazza che sale nell’auto dell’autista uber, sconosciuto e maledettamente inopportuno, in fondo tenta senza speranza di comunicare attraverso il cellulare con un “famigliare” che non può raggiungere a causa di una batteria esaurita. Text me when you get home xx di Niklas Bauer

Il detective che non riesce più ad uscire con la mente dal nuovo caso assegnatogli, quello della giovane ragazza cinese barbaramente uccisa dalla mafia, e per questo cerca una nuova “famiglia” al di fuori da un rapporto insoddisfacente. Tiger di Péter Hajmási

Matteo subisce contemporaneamente colloqui di lavoro, mortificanti per modalità e specificità, e festival musicali illusori per la speranza del gruppo “familiare” con cui canta; annegando così nell’ira, nell’alcol e nella droga senza più nemmeno il sostegno della madre. Kamikaze di Paul Gabriel Cornacchia

Il romano Mauro, il veneto Francesco e il lucano Tano pretendono invano un sostentamento da Franco, l’impossibile “pater familias”, ovvero l’ex principale del ristorante in cui hanno lavorato per, rispettivamente, gratificare una moglie troppo esigente, dare sostentamento ad un figlio adorato e sofferente per la separazione genitoriale, e per riscattarsi dai soprusi e dalla solitudine. Camerieri di Adriano Giotti

Anna e Francesco vivono malissimo l’impossibilità di fare vacanze da sogno, e compensano affidandosi tanto esclusivamente alla vita falsa dei social, la loro nuova “famiglia”, da sacrificare ed immolare il figlio a questa paradossale ed ipocrita irrealtà. Talponi di Vanja Victor Kabir Tognola

La campionessa Diana Dumitrescu e una donna segnata dalle cicatrici della follia scambiano drammaticamente le loro identità, in una “famiglia” di patria comune quale è la Romania degli anni del dittatore Ceaușescu. Memories of Crossing di Alberto Segre

Massimo con i suoi due amici coetanei partecipa a scorribande criminali e fa abuso di stupefacenti, forse anche per costruire una fragile “famiglia” tra il suo gruppo di ventenni e di vecchi volponi della ricettazione e dello spaccio, senza avere nemmeno l’aiuto di una madre, impossibilitata ad esercitare il proprio ruolo. La Notte brucia di Angelica Gallo

Le chiavi rimaste in mano al protagonista di Kamikaze, svenuto e sbronzo davanti alla porta chiusa di casa, vengono invece date dal padre in mano a  Zeina, offerte per vivere nella casa restaurata in una Beirut da poco devastata dall’ennesima bomba, per lei e la prossima “famiglia” da costruire con il marito e il figlio che ha in grembo. L’Héritage di Matthieu Haag

La notte è spesso l’esterno più usato in questi otto cortometraggi; e anche quando appare il giorno è spesso funestato da nuvole foriere di cattive notizie o da belle giornate ma dominate magari dai crateri di un precedente bombardamento. L’occhio cinematografico molto spesso è mosso e compartecipe, ad esempio per una fuga disperata in un bosco al confine tra la Romania vessata da Ceaușescu e l’Ungheria che profuma di democrazia. Oppure si insinua in una vetrata colorata che cela una visione.

Non si può indugiare troppo col pensiero, è già tempo della seconda serata di GiroGirocorto 2022, ovvero dell’incontro con Paola Randi e Sidney Sibilia. Naturalmente sempre nella cornice dell’INSTITUT FRANÇAIS CENTRE SAINT – LOUIS.

Buon divertimento!

 

 

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