The New Mutants (2020) di Josh Boone

L’ultima volta che ero andato al cinema era il 26 febbraio. Finalmente, il 3 settembre, ritorno per vedere The New Mutants, al primo spettacolo pomeridiano: con il biglietto da scansionare da lontano, con la locandina in mano (che invece ricevo brevi manu) e con i popcorn salati e dolci portati da casa. Era giusto scegliere un film appena uscito, per festeggiare con enorme ritardo la “novità” di un rito che fino a febbraio invece vivevo ogni settimana.

Si narra la vicenda di 5 ragazzi che hanno manifestato poteri eccezionali ma sono costretti ad essere rinchiusi in una sorta di clinica “sanificatrice”, che possa rendere i loro poteri accettabili per se stessi e per gli altri. E’ il tredicesimo film della saga marvelliana degli X-Men, dopo X-Men: Dark Phoenix. La regia è affidata a Josh Boone, che avevamo conosciuto in Colpa delle stelle, anch’esso film incentrato sugli adolescenti, in quel caso una storia d’amore tra due giovani malati di cancro.

E’ difficile convogliare sulla retta via il potere di assorbire energia solare, senza bruciare la persona amata. E’ dolorosamente devastante somatizzare l’eterno scontro bene-male, con tanto di sensi di colpa visibili in un marchio sulla propria pelle, e per questo “mannarizzarsi”. E’ arduo canalizzare positivamente un’energia cinetica da palla di cannone, talmente impazzita da provocare incidenti minerari, per giunta letali al proprio padre. E’ clinicamente difficile educare una magica potenza omicida, già consapevolmente armata, benché accompagnata da un amico immaginario, che può provocare uccisioni in serie.

Ma soprattutto risulta impossibile controllare un potere psionico con la capacità di rendere tangibili gli incubi degli altri, reali e minacciosi come un orso che cresce dentro di noi e non riusciamo a far tornare piccolo e mansueto, con una fiaba rassicurante dei nostri cari. Il volto di questo personaggio è affidato alla giovane attrice Blu Hunt, conosciuta per varie serie tv.

Ecco allora esserci bisogno di una dottoressa misteriosa, al soldo di un’organizzazione mondiale, che protegga con uno scudo i ragazzi e li isoli dal resto del mondo; sì, certo provvisoriamente, ma comunque ad libitum, fino a che non si risolva l’emergenza. Vincerà dunque la protezione a tutti i costi, fino ad assurgersi a mito della sicurezza assoluta, a scapito della libertà anche di farsi del male? O si affermerà il diritto dei ragazzi a vivere la propria vita, pur con le cicatrici di esperienze segnanti e pericolose per il mondo esterno?

L’orso cinematografico, lungamente sopito per più di sei mesi, è dunque tornato. E’ più grande del solito, è stato in gabbia per troppo tempo, “non ha bisogno di educazione” (come il trailer di The New Mutants recita, inoculando le note dei Pink Floyd) e potrebbe infrangere lo scudo protettivo. I giovani Cannonball, Sunspot, Wolfbane, Magik e soprattutto Mirage scalpitano per varcare il cancello di quel sanatorio ferreo e super-controllato. I temi dei ragazzi gretini, dei nativi americani o del bullismo, sempre inseriti nei film Marvel, sembrano passare in secondo piano rispetto alle libertà, coartate da un sistema che ci considera immaturi e incapaci di fare scelte responsabili e consapevolmente di buon senso.

E’ stato finalmente possibile vivere l’esperienza della sala cinematografica buia, assieme a gente “impegnata” a decifrare uno scambio di energia, con di fronte altra gente proiettata da uno schermo, in un contesto organizzato e gestito. We don’t need no education We don’t need no thought control. Il cinema è tornato, i nuovi “mutanti” sono liberi.

Di Marco Chieffa

Precedente The last black man in San Francisco (2019) di Joe Talbot Successivo Ema (2019) di Pablo Larraín