Lamberto Maggiorani a Girogirocorto, per non parlar di Gassman, Tatum ‘O Neal, Gloria Stuart, Mastroianni e Verdone.

 

La leggerezza e la serietà sono le prerogative essenziali del gioco e la sostanza contemporaneamente presente in un evento ludico. L’ultima serata del festival di cortometraggi chiamato, non a caso, Girogirocorto si è compiuta. Sei film si sono susseguiti come altrettanti sogni apparsi agli occhi dei presenti e parlanti alla coscienza di ognuno. Anche i registi, gli sceneggiatori e gli attori si sono prestati a questo scambio di energie, in una sala buia, illuminata ogni tanto da ricordi e aspirazioni. E allora è giusto immaginarsi ciò che è accaduto o, meglio, quello che è sembrato di vedere. Anche perché nel gioco della macchina cinema, è vero o non è vero che “el actor es una muñeca”? E che noi, con lui, siamo portati a seguire percorsi a volte poco chiari o per niente conosciuti, in una trama di eventi di cui sappiamo poco o niente?

Nel corso di DIPENDE TUTTO DA TE di Daniele Ceccarini appare nel video televisivo della casa del protagonista il volto di Lamberto Maggiorani, l’attore “preso dalla strada” dal duo De Sica – Zavattini nel film “Ladri di biciclette”. In realtà, abbiamo appena visto che nel cortometraggio il vero ladro è sconosciuto e il giovane uomo, improvvisatosi rider per necessità, è lo sfortunato derubato. Il figlio, per il quale ha deciso di conquistare questo nuovo lavoro al posto di uno precedentemente perso, lo vede come un eroe dal cuore grande che sfreccia con la sua bici, novello Ronzinante di un Don Chisciotte ultramoderno. Nulla a che vedere con la vergogna che prova il piangente Enzo Staiola!

Ancora prima in MALABAR di Maximilian Badier-Rosenthal abbiamo assistitito ad un incidente tra un automobile guidata dagli amici Mourad e Harisson, che investe un malcapitato anziano di nazionalità vietnamita. Quello che poteva essere solo uno spiacevole inconveniente, magari lasciato lì senza soccorso per evitare problemi, diventa la cartina di tornasole per sondare l’umanità, l’amicizia, la comprensione per il prossimo e la serietà di un gesto che non ha il prezzo dei soldi ma si rivela più profondo. Non c’è stato bisogno di una tragedia per arrivare ad una maturità silenziosa. Non c’è stato bisogno di una vittima sacrificale, come per esempio il giovane studente di legge Roberto sbalzato dalla fiammante Lancia Aurelia B24 dello smargiasso Bruno Cortona, interpretato da Vittorio Gassman, nel film “Il sorpasso”. Simile però è l’effetto che fa ai due superficiali uomini la dignità di quel vecchio e della suo numeroso e problematico ambiente familiare.

Nell’enigmatico CALOR di Jacopo Wasserman l’azione parte dalla chiamata da parte di Luisa, a causa della necessità di riparare il calorifero nella propria casa. Questo evento domestico si trasforma in qualcosa di inimmaginabile. Il padre idraulico José compare in aiuto, trovando una figlia reduce da disordini esteriori che precludono a fallimenti interiori. José è stato troppo distante fino ad allora e cerca di “riparare”, volendo a tutti i costi “riscaldare” la figlia bisognosa del suo affetto. Il padre per la figlia “vuole la luna”, anzi la Paper Moon, come il truffatore venditore di bibbie  Moses a cui, nel film di Bogdanovich, viene affidata la piccola Addie (interpretata dalla graziosa Tatum O’Neal), appena rimasta orfana della madre e che non ha mai conosciuto il padre.

L’ottantenne Jeannine, protagonista assoluta di EHPAD-BREAK di Gaspard Christin, si ribella all’assurdo divieto di partecipare ai funerali dell’amore della sua vita; per questo scardina ogni impedimento, creato dalla casa di cura in cui è residente, grazie ad un piano architetettato assieme al suo affettuoso nipote di nome Ben. L’obiettivo è ben più importante del semplice omaggio ad una bara; significa “avere le palle” di dichiararsi e dichiarare il proprio amore forse mai troppo esibito, come se si dovesse superare un blocco emotivo che la accomuna ad un timido e imbelle postino di fronte al suo segreto amore. L’impresa è “titanica”, anzi simile alla storica vicenda del Titanic che, nel film omonimo, la 102enne Rose DeWitt Bukater, interpretata dall’attrice Gloria Stuart, ricorda accompagnata dall’amorevole nipote. Non a caso sarà proprio Gloria Stuart che, dopo innumerevoli e poco esaltate interpretazioni a fianco ad attori invece famosi, dopo innumerevoli lutti, proprio per quel ruolo vincerà l’Oscar. Non è forse l’Oscar che bisognerebbe dare a Jeannine per la sua tenace caparbietà, per la sfacciataggine divertente e per la raggiunta sincerità?

Nel mockumentary I TITOLI CHE VORREI di Sarah Signorino, campeggia alla fine una frase tipica di Federico Fellini: “Per me sono molto più vere le cose che non sono accadute ma che mi sono inventato.” La laureanda di cinema, protagonista del corto, registra con la telecamera nello studio e nei luoghi cari ad un amico del nonno della ragazza. C’è di mezzo nella storia di quell’uomo sofferente un film mai girato ed un figlio mai avuto. E’ dunque un regista mancato e uno scultore acquisito. Comunque è confuso come Claudio Anselmi, il regista personaggio principale del film 8 ½ di Fellini, che ha il volto di Mastroianni.

Infine conclude la serata SPEED DATING di Maxim Kaplya. Il volto insanguinato del giovane programmatore in cerca dell’anima gemella, in un locale che adotta la formula del Speed dating, è molto iconico. Il malcapitato che assaggia la sua surreale pistola è in realtà una delle due proprie voci interiori, che lo accompagnano in questa sarabanda di incontri divertenti. In fondo la commedia finisce bene, per l’occasionale incontro con una ragazza artista di ritratti tombali, con al seguito anche lei di due voci interiori di default. Non si verifica dunque il disastro come nello speed dating frequentato da Carlo Verdone in “L’amore è eterno finché dura”. Anche se c’è da ricordare che nulla è per sempre.

Les jeux sont faits, rien ne va plus. L’edizione del 2021 di Girogorocorto è finita. Arrivederci a chi è stato presente. E anche a chi, per svariati motivi, ovviamente, non è potuto venire.

Marco

 

 

 

I premi della Quinta Edzione:

Miglior Corto: ” Malabar” (Francia) di Maximilian Badier-Rosenthal

Miglior Regia: “Heater-Calor” (Portogallo) di Jacopo Wasserman

Menzione d’onore della giuria:  “Squish – Sprotch” (Belgio) di Xavier Seron

Menzione del pubblico:  Una Voce (Italia) di Pier Francesco Cari

 

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