Introduzione al Neo-Noir

Di Matteo Bonanni

(Da Il grande sonno (The Big Sleep) (1946) di Howard Hawks)

In questo approfondimento sul noir, neo e post, vogliamo inserirci in un contesto di studi che guardano a questo macro genere come ad un’entità che va ben oltre la geografia cinematografica e il periodo storico; tanti studi anglofoni, francesi ed italiani hanno analizzato il noir come un genere che non si può delimitare storicamente o geograficamente, il noir è dentro ai personaggi, è uno stile, ha dei riferimenti fotografici ben precisi, si innesca in altri generi: poliziesco, horror, dramma, il noir si espande dagli anni ’30 ad oggi e contamina il cinema tutto come e più di altri generi.

(Da Il porto delle nebbie (Le Quai des brumes) (1938) di Marcel Carné)

Il nostro approfondimento prenderà in analisi una serie di film, passando per nazioni ed epoche diverse, per raccontare alcuni punti cardine del genere attraverso la pellicola specifica e/o, in piccola parte, la politica degli autori che approfondiremo, ci saranno anche dei film di “non autori”.

Un breve accenno al noir,  definizione configurata a metà anni ’40 da un gruppo di critici francesi per rinominare un genere sviluppato e progredito negli Stati Uniti tra metà degli anni ’40 e il ’58, anno di uscita del tombale “Touch of evil”; il noir esisteva già almeno come essenza, per tematiche,  in un gruppo di film francesi della fine degli anni ‘30, il fenomeno francese poi verrà ridefinito anche polar, ma ci sono tracce o accenni stilistici al genere in film precedenti a questi periodi.

(Da L’infernale Quinlan (Touch of Evil) (1958)  di Orson Welles)

Detective privati, poliziotti corrotti o non, femme fatale, discese infernali negli abissi della mente, rapine, rapporto fisico con le città abitate; tanti sono  i personaggi e le tematiche che abitano il noir.

(Da Affari sporchi (Internal Affairs) (1990) di Mike Figgis)

(Da Detective’s Story (Harper) (1966) di Jack Smight)

Il neo-noir viene solitamente fatto iniziare nel 1966 e 1967 con l’uscita di  “Detective’s Story” e “Point Blank”, con derive diverse: politiche, sociologiche, psicotiche negli anni ’70 e seguito dal neo-noir delle superfici o post-noir degli anni ’80.

Non cercheremo di ridefinire le coordinate del genere perché il nostro non vuole essere un approccio saggistico, esploreremo invece attraverso queste pellicole dei punti cardine del genere nel tentativo anche di gettare uno nuovo sguardo su alcuni film a volte ignorati o relegati, se non all’interno degli studi specifici, come film di “genere”.

Il neo-noir come dice Pier Maria Bocchi nel saggio “Brivido caldo” si è in parte preso il ruolo di quello che è stato l’horror negli anni ’70, tematizzando attraverso il genere aspetti fondamentali della società senza limiti geografici, perché oltre alle due nazioni capostipite, Usa e Francia, il noir è stato ed è fondamentale in svariate cinematografie, gran parte di quelle asiatiche per esempio, in Germania, Austria, in piccola parte con tradizioni diverse in Spagna ed Italia, è importante e molto frequente nel Regno Unito e poi ha derive di varia natura in tutto il resto del mondo.

(Da Brivido caldo (Body Heat) (1981) di Lawrence Kasdan)

Tanti i saggi anglofoni ed italiani che ci hanno accompagnato e che ci accompagneranno in questo studio e se avremo modo li citeremo.

(Da Basic Instinct (1992) di Paul Verhoeven)

Chiudo questa brevissima introduzione, non certo esaustiva, con una nota personale; in un periodo di studio sul genere e sul noir nello specifico, rivedendo dopo tanto tempo “Basic instinct” ho sentito il piacere e le necessità di coinvolgere altri due cinefili in questo breve ma intenso viaggio, speriamo sarà per voi interessante in una qualche natura e che possa veicolare film da vedere, ri-vedere o scoprire.

(Da Blade Runner (1982) di Ridley Scott)

(Da Viale del Tramonto (Sunset Boulevard) (1950) di Billy Wilder)

(Da Mulhollad drive (2001) di David Lynch)

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