The Holdovers – Lezioni di vita (2023) di Alexander Payne

Di Michela Califano

Alexander Payne torna nelle sale Cinematografiche con una pellicola che sorprende sotto ogni aspetto, parliamo di The Holdovers un’ ironica e riflessiva lezione di vita regalata sul grande schermo.

Seppur girato in digitale, The Holdovers si apre con un suono di pellicola che ci riporta immediatamente negli anni settanta; ci troviamo nel New England, all’interno della Burton Academy e dalla neve che copre ogni avamposto capiamo di essere al fine delle lezioni scolastiche invernali e l’inizio delle vacanze Natalizie.  Tra i corridoi scolastici pululanti di ragazzi in preparazione per le festività e docenti sparsi per l’istituto, la macchina da presa decide di soffermarsi più del solito su d’una abitazione di docente in particolare: con un papillon ogni giorno diverso e completi quasi sempre color marrone, con occhiali da vista, strabismo di Venere e con sempre accanto una pipa, egli è forse uno tra i docenti più impopolari e detestati dell’istituto, insegna storia classica ed il suo nome è Paul Human; esattamente colui che condividerà questo periodo festivo con i pochi ragazzi rimasti alla Burton Academy durante le vacanze invernali e con accanto l’unica cuoca rimasta dell’istituto che provvederà loro ogni pasto. Nella magia di un Natale alquanto bizzarro, alcuni dei ragazzi riusciranno a trovare una vacanza alternativa ed andare via dalla Burton ma tra tutti uno in particolare sarà costretto a rimanerci, il suo nome è Angus Tully.

La sceneggiatura di David Hemingson e l’occhio Cinematografico di Alexander Payne, mettono in rilievo una narrazione che va oltre le apparenze di quanto scritto antecedentemente; non è solo un Natale passato in un college da parte di queste persone ma qualcosa di molto più profondo e che scava all’interno delle vite di ciascuno. il giovane Angus Tully, il docente Paul Human e la cuoca Mary Lamb sono personaggi già spezzati ad inizio pellicola e lo scopo di questo incontro rappresenta per loro una rinascita che durante tutto il film seguirà una linearità senza precedenti. Tuttavia è bene notare quanto anche la mutazione non venga mostrata solo nel narratoriale ma anche a livello musicale, le colonne sonore del tutto non originali vengono incastrate nel film quasi come se fossero piccoli tasselli di cambiamento in ciascuno dei personaggi descritti.

The Holdovers di Alexander Payne è dunque questo: un’ironia costante ma anche dramma, un giudizio frettoloso che deve andare oltre ciò che esso rappresenta. Noi in quanto uomini siamo il centro di noi stessi e di ciò che è stato, positivo o negativo che sia, e di questo nostro grande potere possiamo modificare il presente e quello che sarà il nostro futuro.

 

 

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