Perfect days (2023) di Wim Wenders

Di Luca Arcangeli

“Perfect Days” è un film che vuole esprimere significati di vario tipo. Primo fra tutti la “solitudine” e la “gratitudine”. Il misterioso protagonista vive la propria vita attraverso l’essenziale, che come sempre, è invisibile agli occhi di molti.

La solitudine potrebbe essere uno dei temi del film, che peró stranamente non viene percepita. La poesia del racconto di Wenders ci fa ricordare di come una magnifica solitudine sia meglio di una squallida compagnia. Il protagonista, Hirayama, osserva la bellezza di ció che è attorno a sè e si fa assorbire dalla musica, dalla fotografia e dalla purezza della natura. Tati e Chaplin possono ricordare vagamente il personaggio addetto alle pulizie che ogni giorno vive una vita ripetitiva scandita da momenti che gli possono far ricordare meno il suo tormentoso passato.

“Perfect Days” è stato inizialmente concepito in risposta alla richiesta dell’amministrazione di Shibuya di realizzare un documentario sui bagni pubblici del quartiere. In servizi igienici sono da lungo tempo considerati un simbolo della cultura dell’ospitalità giapponese, apprezzata in tutto il mondo.

Il nuovo film rappresenta un’eccezionale meditazione sull’amicizia, la famiglia e la dolcezza che l’essere umano è capace di offrire, ma che spesso nasconde. Ogni singola inquadratura è stata attentamente pensata per creare colori e spazi che stimolano la mente e l’occhio dello spettatore, mantenendolo costantemente coinvolto dando l’opportunità di esplorare i lati più affascinanti di Tokyo.

Il formato delle immagini in 4:3 conferisce al film un’atmosfera distintiva, offrendo la possibilità di osservare scene che assomigliano a fotografie, in cui la luce e le ombre giocano un ruolo predominante in una straordinaria regia. La sceneggiatura, quasi priva di dialoghi, si basa principalmente sulle forti espressioni Kôji Yakusho, il quale ha conquistato la Palma d’Oro come miglior attore al Festival di Cannes 2023 grazie alla sua straordinaria interpretazione.

Il peso della quotidianità non appare opprimente, ma anzi un dono e tramite Hiroyama si può percepire che la perfezione dei giorni consiste nel dare spazio a sé stessi e nell’essere dediti al lavoro che si svolge, anche se molto umile. Lou Reed, un’icona fondamentale nel campo cinematografico di Wenders, è un simbolo importante all’interno dell’opera del regista tedesco. Il titolo del film, “Perfect Days”, sembra essere un tributo al grande cantante. Una delle straordinarie canzoni di Reed, “Perfect Day”, è ascoltata dal protagonista del film.

Wim Wenders confessa che in Tokyo Toilet <<c’è il forte senso di servizio e di bene comune del Giappone>> continua dicendo <<E poi c’è l’assoluta bellezza architettonica.
Sono stato sorpreso da quanto i bagni possano essere un pezzo della cultura quotidiana
e non solo una necessità quasi imbarazzante.>>

Questo straordinario film di Wim Wenders, mescola abilmente realtà, poesia e immaginazione richiamando echi del cinema di Yasujirō Ozu, Ingmar Bergman e influenze musicali rock. Il film è stato scelto per rappresentare il Giappone nella categoria del miglior film internazionale agli Oscar e Wim Wenders si conferma come una delle più importanti figure del cinema. Spesso ci si puó chiedere cosa Fassbinder, Kieslowski, Jarman e altri registi, che in questo momento avrebbero avuto l’età di Wenders, avrebbero potuto realizzare e creare. Il regista tedesco è una di quelle pochissime leggende del cinema che ancora vive e ci regala delle esperienze visive e riflessive come mai prima d’ora.

Wenders racconta come la quotidianità non è il simbolo del “nulla e del vuoto”, ma che è invece costituito da piccole cose che ci possono regalano grandi emozioni. Basta essere in pace con sé stessi e l’armonia arriva, anche attraverso la semplicità di ciò che si ha attorno.

“Perfect Days” è come il deserto, da lontano sembra ci sia l’ordinarietà del nulla, ma da vicino nasconde le meraviglie

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